Secondo le leggende popolari, la comunità di Sauris fu fondata da due soldati tedeschi che, stanchi della guerra, fuggirono dal loro paese e si rifugiarono in questa valle isolata ed impervia. Come ogni leggenda, anche questo racconto ha un fondo di verità: i primi abitanti, infatti, giunsero da qualche valle al confine tra la Carinzia ed il Tirolo attorno alla metà del 1200.

prosciuttoPer più di sette secoli i loro discendenti vissero in simbiosi con l’ambiente alpino, coltivando le poche specie adatte a queste altitudini e al clima rigido (grano saraceno, segale, orzo, cavoli cappucci, fave), portando il bestiame nei pascoli d’altura durante i mesi estivi, falciando i prati fino alle cime, traendo dai boschi legname da costruzione e da brucio. Per procurarsi i generi alimentari che non potevano ottenere sul posto (il grano ed il granturco, la frutta, il sale, indispensabile alla conservazione dei cibi), durante l’autunno e l’inverno, quando non erano impegnati nei lavori agricoli e negli alpeggi, essi si recavano, a piedi, coi carri o con le slitte, nei paesi vicini, a barattare i propri prodotti.

Oggi Sauris conta circa quattrocento abitanti, che, interpretando in chiave mo alcune delle attività tradizionali (artigianato, produzioni agroalimentari di nicchia) o sviluppando forme di accoglienza turistica a misura d’uomo, continuano a rapportarsi con un ambiente che, dopo secoli, rimane ancora la risorsa più preziosa.

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